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Umbria Film Festival: un weekend tra cinema e gusto nell’Alta Valle del Tevere
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Umbria Film Festival: un weekend tra cinema e gusto nell’Alta Valle del Tevere

L’Umbria Film Festival torna a incantare l’Alta Valle del Tevere con un nuovo appuntamento autunnale. Dal 25 al 27 ottobre 2024, i borghi di Montone e Umbertide si animeranno con un ricco programma che unisce la magia del cinema alle eccellenze enogastronomiche del territorio. Cinema e degustazioni: un binomio vincente Gli organizzatori dell’evento propongono un’esperienza...

Peppina, il Moscato di Saracena di Giuseppe Calabrese
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Peppina, il Moscato di Saracena di Giuseppe Calabrese

Il Moscato di Saracena (Cs) è un vino antichissimo, denominato “vino dei papi”. Viene prodotto soltanto in questo piccolo Comune montano, seguendo una metodologia di produzione in uso nell’antica Grecia, la tecnica della bollitura del mosto. Si tratta di un’eccellenza vitivinicola calabrese Presidio Slow Food

Il Moscato di Saracena prodotto dal viticultore Giuseppe Calabrese si chiama “Peppina”, in onore della nonna dalla quale ha ereditato i terreni e la passione per la vigna.

I terreni di Giuseppe Calabrese si estendono su circa 12 ettari, di cui 4 vitati, e si trovano proprio ai piedi del Parco Nazionale del Pollino, nel Comune di Saracena, in provincia di Cosenza. Oltre al vino si produce Olio di Oliva Extravergine da varietà autoctone, in regime di agricoltura biologica.

I vigneti si trovano a circa 450 metri di altezza, e i filari sono circondati da uliveti e da un bosco di quercia. Il suolo è composto da sabbia e argilla, e risulta essere molto permeabile, ricco di calcio e magnesio, che donano ai vini struttura, mineralità e un giusto equilibrio tra zuccheri, acidità e tannini.
Moscato di Saracena

Ecco la presentazione di Raffaele D’Angelo

Il metodo e la tecnica di produzione

La tecnica di produzione di questo vino è molto particolare e prende il nome di “governo di Saracena”. Si tratta di un’antica metodologia in uso già dagli antichi Greci, che avevano l’abitudine di bollire i mosti al fine di aumentarne il grado zuccherino per garantirne la conservabilità durante le lunghe traversate marine dalla madrepatria verso le colonie o viceversa.

Quest’uso si è radicato qui a Saracena, e negli anni passati il Moscato di Giuseppe veniva prodotto principalmente per essere offerto agli amici in occasione di feste particolari come matrimoni o visite di cortesia. Una tradizione semplice, che però stava rischiando di scomparire, prima di compiere un incredibile balzo di qualità con la nomina a Presidio Slow Food.

Le uve con le quali viene prodotto sono Guarnaccia, Malvasia bianca aromatica, Moscatello e Duraca o “adduraca”, termine dialettale che significa odorosa; Moscatello e Duraca sono uve locali e autoctone non iscritte al registro della vite.

Conclusa la vendemmia, le uve di Moscatello e Duraca vengono lasciate appassire sui graticci per circa due settimane e successivamente sono diraspate e schiacciate a mano, mentre il mosto di Malvasia e Guarnaccia viene bollito e ridotto ad un terzo in modo da aumentarne il grado zuccherino e la gradazione alcolica. Finalmente, dopo che il mosto bollito si è raffreddato, sono aggiunti gli acini schiacciati a mano di Moscatello e Duraca, che si lasciano macerare per circa sei mesi. Successivamente il mosto viene lasciato decantare in botti di acciaio per circa due anni prima di essere imbottigliato e messo in commercio.

Note degustative

Il colore è giallo ambrato, luminoso. Al naso sprigiona un quadro olfattivo intenso di note aromatiche che non ha eguali e sa regalare intense e inebrianti emozioni. Si va dall’albicocca disidrata al cedro o mandarino candito, dai fichi secchi al miele d’acacia, passando per note resinose e frutta esotica. Mentre il vino riposa nel bicchiere, con il variare della temperatura compaiono ammalianti note di caffè, cuoio, spezie orientali e tanto altro ancora. In bocca è il Moscato è caldo, avvolgente, morbido e seducente, ed è sorretto da un’ottima acidità che si alterna a note balsamiche. Chiude lungo con finale ammandorlato.

Abbinamenti

Ideale sulla “pitta nchiusa”, dolce calabrese riservato alle grandi occasioni. Ineguagliabile sui dolci di mandorle e sulla pasticceria secca. Ottimo sui formaggi erborinati. Ideale a fine pasto per prolungare la chiacchiera con gli amici accompagnando la frutta secca durante le riunioni familiari dei pasti natalizi.

Il vino in breve

Denominazione: Calabria IGT
Raccolta Manuale seconda decade di ottobre
Vitigni: Duraca, Moscato Bianco, Guarnaccia, Malvasia Aromatica
Zona di produzione: Comune di Saracena in Provincia di Cosenza
Produttore: Giuseppe Calabrese
Gradazione alcolica: 14.0%
Formato: Bottiglia 37.5 cl
Vinificazione Doppio Mosto:
1 Pigiodiraspatura soffice dei grappoli di malvasia e guarnaccia, bollitura del mosto (governo di Saracena).
2 diraspatura manuale dei singoli grappoli di moscato e pigiatura a mano. Assemblaggio dei 2 mosti e aggiunta di mosto fresco da uve passite, fermentazione alcolica spontanea con lieviti indigeni,

Affinamento: 24 mesi prima in serbatoi d’acciaio, poi in bottiglia, senza chiarifiche e filtrazioni
Filosofia produttiva: Artigianale, senza solfiti aggiunti o minimi, Lieviti indigeni,
Acidità Totale: 5,35 g/l
Anidride Solforosa Totale:28,8 mg/L
Note aggiuntive: Contiene solfiti (quelli che si sviluppano naturalmente con la fermentazione alcolica)
Bottiglie prodotte: Circa 2000 in base all’annata

Contatti:

Giuseppe Calabrese Agricoltore
Via S M Maddalena, 258, 87010 Saracena CS
Email: info@giuseppe-calabrese.it – www.giuseppe-calabrese.it