Il Viaggio nel Mondo del Vino: Tra Itinerari Gustativi e Valutazioni Filosofiche

Il Viaggio nel Mondo del Vino: Tra Itinerari Gustativi e Valutazioni Filosofiche

Quasi tutte producono itinerari. Se poi riguardano budella e gargarozzo ci danno dentro con passione.

Chi è condannato a lavorare deve ricorrervi e leggere quello che viene preparato da chi non fa niente altro che alzare il gomito a pagamento viaggiando con il peso di forchetta e taccuino.


È il sogno di noi invidiosi che per prendere una scimmia senza bere porcherie e morirci, dobbiamo sbollettarci.


Per entrare in quei ristoranti che si contano su dita e diti di mani e piedi elegantemente calzati, bisogna leggere a modo perché potrebbe essere la prima e ultima volta.

Sempre da soli, di amici autodefinitisi degustatori ce ne sono troppi, ma abbastanza curiosi per pagare di propria tasca, pochi. In effetti tutti consultiamo le guide.

Il problema sta nella tecnica e filosofia utilizzata da chi fa le valutazioni. Soloni organizzati in gruppi e sottogruppi? Come gli imitatori della Guida Rossa.

O spontanei romantici avvinazzati dagli antichi precordi alla Brera e al primo Veronelli? Veri sensitivi della tradizione annaffiata di cultura e di una eccezionale sensibilità come Soldati.

Il Mario nazionale di Viaggio in Italia in bianco e nero?

La risposta è semplice: sono stati i primi a dare forma a una classificazione di vini giusti che hanno aiutato a correggere le ingiustizie ampeligrafico-enologiche dell’Enotria.

Che da terra del vino era trapassata a terra e basta. Quando andava bene!


A loro i vinattieri della penisola, bella o brutta che sia, devono molto. Devono tutto! Perfino le grane del registro viti-vinicolo voluto da quelli lì che si facevano domande serie, che diventeranno leggi, seduti su di un barile, non in parlamento, ma nel profondo di una cantina.

Si trattava di mettere ordine tra metanolo e sangue di bue. Va tutto bene. Ma impariamo a usare un palato collegato al cervello e al portafoglio. Non esisterà mai! Un metodo scientifico per gli assaggi. Solo dei metodi empirici. Relegati a sensazioni molto vicine all’erotismo ma meno semplici e più evolute.

Occorrono prefazioni che evidenzino la necessità di divertirsi approcciandosi alla droga che stimola e incoraggia, calma ed eccita.

Argomento da bibliofili e congressisti da osteria che devono poter sfruttare la loro cultura per spassarsela godendo di palato, ambiente e amicizie le più balorde possibili.

Se si riesce ci si può infilare in cantine piccole e strette che producono poco per pochi. Potrebbe succedere un miracolo. Un vino che tenga conto di sole e pioggia e delle differenze e non sia mai uguale vendemmia per vendemmia.

Se poi le diversità si dimostrano più che bevibili; possiamo buttare le guide perché siamo arrivati.