Il faro di Punta Palascia a Otranto

faro palascia

Il faro di Punta Palascia

Il nostro viaggio alla scoperta del Salento inizia dal faro di Punta Palascìa. Si tratta del punto più orientale d’Italia conosciuto come Capo d’Otranto e costituisce il tratto più stretto del Canale d’Otranto.

La storia

Prima dell’attuale faro di Punta Palascia esisteva un casotto del XIX secolo, sorto sulle rovine della vecchia Torre di Palascia, un’antica torre d’avvistamento, risalente al XVI secolo già riportata da antiche carte geografiche. Nel corso del tempo il casotto venne abbandonato e poi demolito nel 1863 per realizzare il faro, gestito dalla Marina Militare Italiana e rimasto in funzione fino agli anni ’70.

Come arrivare al faro di Punta Palascia

Il faro di Punta Palascia è raggiungibile dalla strada litoranea che da Otranto porta verso Santa Maria di Leuca. A pochi chilometri a sud di Otranto, giunti in prossimità di una caserma militare, è necessario proseguire a piedi attraverso un sentiero scavato nella roccia molto apprezzato dagli appassionati di passeggiate e trekking. Il percorso si snoda tra scogliere e tratturi, rivelando scorci estremamente suggestivi, avvolti dai profumi della macchia mediterranea.

il faro di Punta Palascia

L’edificio

Il faro di Punta Palascia è uno dei cinque fari del Mar Mediterraneo tutelati dall’Unione Europea. Eretto nel 1867 e alto circa 40 metri rappresenta un’attrazione per turisti e gente del posto.

Il faro sorge sul costone roccioso a picco sul mare ed è costituito da una torre cilindrica in pietra bianca alta 32 metri, con balcone e lanterna, che sorge da un edificio bianco a 2 piani. Il faro è visitabile anche all’interno. C’è la possibilità di salire attraverso la scala a chiocciola di circa 150 scalini e raggiungere la sua lanterna, posizionata a 60 metri sul livello del mare. La lanterna fu realizzata nel 1884, a Parigi, dall’orologiaio Augustine-Henry Lepaute, pupillo di Gustave Eiffel. La luce, che non presenta un sistema rotativo, è visibile fino a 18 miglia nautiche e lampeggia a intervalli regolari di circa 4 secondi. All’ interno della lanterna sono presenti due lampadine, una dalla forma allungata ed esile e l’altra più massiccia, utilizzata in casi di emergenza.

All’ombra dell’alta torre vi è una piccola abitazione, in cui fino all’abbandono del faro dimoravano le famiglie che di generazione in generazione ne prendevano in carico la gestione. Gli interventi di recupero del corpo di fabbrica e l’accurato lavoro di ricerca storica hanno ridato al faro la sua originaria bellezza e fruibilità. Di notevole importanza i documenti originali, redatti dall’allora Corpo Reale del Genio Civile e risalenti alla seconda metà dell’Ottocento.

Oggi il faro è un importante esempio di archeologia industriale che, per oltre un secolo, è stato uno dei fari di riferimento della costa adriatica per tutte le imbarcazioni in transito.

il faro di Punta Palascia

La lanterna del faro di Punta Palascia

Il faro è visitabile anche all’interno. C’è la possibilità di salire attraverso la scala a chiocciola di circa 150 scalini e raggiungere la sua lanterna, posizionata a 60 metri sul livello del mare. La lanterna fu realizzata nel 1884, a Parigi, dall’orologiaio Augustine-Henry Lepaute, pupillo di Gustave Eiffel. La luce, che non presenta un sistema rotativo, è visibile fino a 18 miglia nautiche e lampeggia a intervalli regolari di circa 4 secondi. All’ interno della lanterna sono presenti due lampadine, una dalla forma allungata ed esile e l’altra più massiccia, utilizzata in casi di emergenza.

il faro di Punta Palascia

 

Il parco

Il Faro di Punta Palascia, è situato nella fascia costiera che fa parte del Parco naturale regionale Otranto–Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase. Da qui si ha la possibilità di godere di un paesaggio suggestivo come pochi, il privilegio di un luogo dove poter osservare l’alba davanti alla grandezza del Mediterraneo. La posizione geografica di Otranto e del suo faro rimanda necessariamente all’Oriente, rappresentando il punto più vicino all’altra sponda dell’Adriatico. Su questo tratto di canale, che dista poche migliaia di chilometri dalla costa albanese, si è scritta molta della storia antica ed anche recente. Ecco perché il Faro rappresenta anche un luogo simbolo del dialogo tra civiltà e religioni diverse, un luogo di conoscenza e di accoglienza, di solidarietà e di amicizia tra i popoli del Mediterraneo in uno scenario mozzafiato, tra essenze botaniche uniche, attrezzata per essere meta culturale di eccellenza per gli amanti della natura. 

Oggi vi presentiamo “Alberto Fachechi”: collaboratore di Lentium