Massimo Gelati: l’amicizia con Benito Nonino, un incontro che ha cambiato la mia vita

Massimo Gelati: l’amicizia con Benito Nonino, un incontro che ha cambiato la mia vita

Un’amicizia nata da uno scontro

Il mio rapporto con Benito Nonino è nato da un incontro lavorativo, circa 20 anni fa. All’inizio, il nostro approccio burbero ci ha portati a un confronto acceso, ma proprio da quello scontro è nata una profonda amicizia. Nel corso degli anni, ho avuto l’onore di diventare il consulente personale della famiglia, e il Gruppo Gelati per la Nonino Distillatori, oltre ad essere una presenza costante al Premio Nonino, un rinomato premio internazionale letterario, gastronomico e culturale. L’amicizia con Benito e Giannola Bulfoni si è estesa a tutta la famiglia, tanto che ho avuto il privilegio di presenziare negli anni al Premio Nonino, premio di altissimo livello, culturale, gastronomico, letterario, dove anche molti futuri Premi Nobel sono stati insigniti del “Premio Nonino“.

Massimo Gelati con Benito Nonino al premio Nonino

L’innovazione che ha rivoluzionato la Grappa

La grande innovazione di Benito Nonino risale al 1 Dicembre 1973, quando ottenne il riconoscimento per le grappe di “Monovitigno® Nonino“, che ha portato alla nascita della grappa di Moscato Rosa e alla grappa di Schiopettino. Questo significa che la grappa, da semplice distillato di scarto, è stata elevata a prodotto di eccellenza, trasformandola da Cenerentola a Regina dei distillati.

Fino ad allora, le vinacce di diverse uve venivano mescolate, creando grappe anonime. La rivoluzione di Nonino consistette nel selezionare le vinacce di singoli vitigni, in particolare il “Picolit“, ottenendo grappe con un’identità ben definita.

Questa innovazione, unitamente alla distillazione discontinua in alambicchi di rame e alla fermentazione delle vinacce fresche per produrre l’acquavite d’uva, ha trasformato la grappa da un prodotto povero a un distillato raffinato e apprezzato a livello internazionale.

Massimo Gelati con Benito Nonino

Un uomo dietro le quinte e una donna all’avanguardia

Mentre Giannola Nonino, cavaliere del lavoro, e’ stata e d e’ tuttora il volto pubblico dell’azienda, Benito e’ stato il vero motore, il “maestro distillatore” che creava le grappe con sapienza e passione.

Nonostante l’azienda sia rappresentata da cinque donne – Giannola, le tre figlie Elisabetta, Antonella e Cristina, e la nipote Francesca – Benito rimaneva il punto di riferimento, colui che dava le direttive e custodiva la tradizione.

Lezioni di vita da un maestro

Nel corso dei miei incontri con Benito, ho avuto modo di apprendere preziosi insegnamenti. La sua visione lungimirante e la sua attenzione alla qualità, anteponendola alla produttività, lo accomunavano a grandi figure che ho conosciuto nel corso della mia vita imprenditoriale come Michele Ferrero e Pietro Barilla, per i quali l’eccellenza del prodotto ed il rispetto del consumatore sono sempre venuti prima del profitto.

Benito credeva che il consumatore dovesse essere sempre rispettato e mai ingannato: la selezione delle materie prima, l’utilizzo della distillazione in discontinuo, la rigorosa tracciabilita’ del prodotto, sono li’ a dimostrarlo.

Un’eredità che vive nel futuro

L’azienda Nonino, nata dalla piccola distilleria ambulante degli avi di Benito, tramandata dal padre Antonio al figlio Benito, è oggi una realtà affermata a livello internazionale.

Sotto la guida di Benito, sono stati costruiti due moderni stabilimenti produttivi e l’ultimo progetto, Borgo Nonino, un borgo agrituristico immerso nei vigneti, rappresenta l’essenza della filosofia Nonino: un connubio perfetto tra tradizione e innovazione.