L’Insonnia come Alleata: Alla Ricerca di un Equilibrio Notturno

L’Insonnia come Alleata: Alla Ricerca di un Equilibrio Notturno

Si pensa che dormire poco comporti molti rischi per la salute. Addirittura, l’insonnia è considerata tra le principali cause dell’Alzheimer. Di conseguenza, le persone iniziano prima con tisane, poi con integratori e infine ricorrono alla classica pillola.

Premesso che ognuno si cura come crede, sono sempre stata convinta che chi cerca costantemente qualcosa, nel nostro caso il sonno, rischia di non ottenerlo e di vivere la situazione come un fatto drammatico e irrisolvibile. Non ho consigli da darvi, ma posso raccontarvi come ho cercato di risolvere la mia “insonnia”.

Invece di rifiutarla, l’ho accolta, anzi ho fatto di più: non solo l’ho accettata, ma a quanto pare l’ho cercata. Questo per non cambiare il mio modo di essere, che trova nel silenzio della notte quell’equilibrio che, durante il giorno, a causa di fattori esterni, a volte mi sfugge.

Se dormo molto (cosa rara, rarissima), non solo mi sento uno zombie, ma al risveglio ho la sensazione di aver perso un’opportunità di confronto tra il mio essere interiore e il mio corpo. Attenzione, non parlo di coscienza, per la quale potrei dormire un giorno intero, ma proprio di quella sensazione di pace e silenzio che sento così mia.

Posso abbracciare chi voglio, posso scrivere parole d’amore, posso anche sentire le sensazioni del mio corpo, come in questi giorni in cui la mia gamba sta riprendendo vigore e forza. Posso pensare e costruire. Posso anche alzarmi e fare il caffè delle 4, che ho scoperto essere più buono perché non contaminato dalle tragiche notizie del TG.

Può darsi, quindi, che questa mia mancanza di riposo sia in qualche modo una necessità e non un fatto negativo? Non ho lasciato nulla al caso e, dopo un’analisi con chi cercava di aiutarmi a capire meglio, ecco la diagnosi: se la mia mancanza di sonno non avesse tutte queste ricchezze positive che sento e che evidentemente cerco, potrebbe essere negativa.

Il mio analista, dopo essersi assicurato che non ci fossero cause organiche (i dolori artrosici potrebbero, nel caso, contribuire ad anticipare il risveglio, ma non a un risveglio totale), mi ha fatto una semplice domanda: “Al momento di questo risveglio anticipato (parliamo di 3/4 ore di sonno profondo), lei come si sente? Riposata?”. “Sì”. “Serena?”. “Non sempre, ma molte volte felice”.

“Mi descriva cosa è per lei la felicità”. “Per me la felicità è un nuovo giorno con la vita”. “E vivere per lei cosa significa?”. “Vivere per me è una continua ricerca di essere migliore, di amare le persone giuste e di ricevere amore”. “Crede di aver trovato questo equilibrio?”. “Credo di sì, ma ho bisogno di queste ore di silenzio per confrontarmi”.

“Lei riesce a dire ‘ti amo’, ‘ti voglio bene’, ‘mi manchi’?”. “Sì”. “Senza pudore?”. “Sì”. “Sempre?”. “No”. “Perché?”. “Perché ho bisogno di trovare persone che non abbiano questo pudore, che cerchino il mio stesso equilibrio e che cerchino il mio amore”. “La notte si mette in pace con loro?”. “Sempre”.

“Sono grave, dottore?”. “Assolutamente no, direi che lei è speciale. Lei vorrebbe contribuire con il suo affetto a proteggere chi ama. Lo fa nella maniera migliore e la notte li accoglie tutti, li abbraccia e li conforta. Stia tranquilla e tenga stretta questa sua memoria per chi non c’è più e si conceda a chi resta”.

Rina Poletti