Le Avventure di un esploratore Pugliese
I fuochi del grande falò sono ormai spenti ma non riesco a smettere di indossare i panni dell’improbabile esploratore giunto in Salento per studiare le meraviglie del posto, alternando ora lo stile spericolato di Indiana Jones, ora quello da secchione di Charles Darwin, insomma, diviso come sempre tra ragione e magia, tra scienza e fede, tra sacro e profano, appunto, le due anime insite in ogni cosa.
Ma andiamo con ordine.
Mi sono recato nella cittadina di Novoli (LE) per l’accensione della celebre fòcara (il falò più alto del bacino mediterraneo), su invito del gastronomo e amico dott. Bruno, il cui compito è stato quello di curare l’area convivio della rassegna denominata Palpiti Popolari. Quando si tratta del doc, come chiamo io, affettuosamente, Michele Bruno, il “No” non è contemplato come risposta.
Cosi, giunto nella piazza gremita, ammiro assieme a tutti gli altri nasi in su, l’enorme catasta di legna che svetta imperiosa fino al cielo. Attorno alle ore 21 si accende la magia.
Certo che vedere la fòcara prendere fuoco, diventare ciminiera ardente, prima, e poi torre assediata, per in fine farsi faro, un faro sul Mediterraneo, un simbolo di pace, un lume di speranza, è stata un’emozione di ardua descrizione.
Si pone nell’ottica di questo insegnamento morale l’allestimento, sempre ad opera del Doc, della simpatica rassegna “venga a casa da noi”: trattasi di cene casalinghe nelle quali noi addetti ai lavori, personaggi della stampa o del web di settore, siamo stati coinvolti. Si, perché ci siam ritrovati a prendere posto nelle sale da pranzo di famiglie meravigliose, le quali ci hanno servito il cibo che più fa bene: quello del tempo, del convivio, dell’ospitalità, ovvero di quel prodotto indefinibile che, però, immancabilmente, ti fa alzare da tavola più ricco rispetto a quando ti ci eri seduto.
La cena, genuina e abbondante, è stata impreziosita dai divertenti brindisi (uno dei quali, mitologico, dedicato al sottoscritto) dello chef-contadino Peppe Zullo, per l’occasione sceso in Salento dal suo eremo fiorito sulle alture del subappennino, a Orsara.
Tra gli altri commensali c’erano gli amici Tony Augello, scrittore e volto di Tele Padre Pio, e Fabio Mollica, Capo redattore de l’Edicola del Sud e boss di Amazing Puglia. Oltre a questi però v’era un ospite davvero inatteso: il noto matematico prof. Piergiorgio Odifreddi.
Miracolo della tavola: in ogni altro contesto quel parterre di ospiti così diversi per provenienza ideologica avrebbe dato avvio, se non ad una zuffa vera e propria, ad uno scambio di battute poco affettuose. Invece il miracolo laico del convivo ha sventato tutto ciò, unendo tutti i commensali in un solo grande cuore. Io, preso dall’entusiasmo, ho detto al prof. Odifreddi che “qualcuno lassù deve volermi davvero bene se ci ha fatti incontrare”. Caspita, che gaffe! Ricordandomi del suo ateismo imperante, mi son subito corretto, sostenendo che a volermi bene è stato semplicemente il continuo e casuale rimescolamento di atomi e di informazioni vaganti per l’universo. Non vi dico quanti problemi, poi, mi son fatto, nel fissare con lui l’orario per la colazione. Eh già, infatti mi attendevo una risposta cervellotica del tipo: il tempo non esiste! Invece il prof si è limitato a dirmi, sornione “va bene ma prendiamocela comoda”.
La suggestiva colazione di fronte al caminetto, assieme a tutti i protagonisti della famiglia Marzo, la stessa che ci ha ospitato nell’incantevole Agriturismo li Calizzi, mi ha fatto sentire uno di loro. A rubar la scena ancora una volta i discorsi profondi ma allo stesso tempo leggeri, imbevuti d’arte e passione dell’ex sindaco di Novoli, Oscar Marzo, padrone di casa.
Dopodiché siamo tornati all’ordine nel rispetto della tabella di marcia, visitando la meravigliosa azienda Apollonio, un altro felice casus di successo – non solo economico ma anche umano e artistico – del Salento.
Ringraziato Massimiliano Apollonio per averci guidati nella sua cantina tra aneddoti passati e propositi futuri, son montato in macchina, pronto a rituffarmi tra gli stress e le ansie del quotidiano, mantenendo però la fiamma di Novoli, ancora bella viva, negli occhi e nel cuore, sempre pronto ad usarla alla bisogna.